il gioco della rete

il gioco della rete

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Sono attratta da uomini che vogliono piacere. Credono di essere piacenti, se lo possono permettere, come fanno a saperlo? Come fanno ad essere sicuri di piacere? Non lo so, sono presuntuosi. Come funziona l’attrazione e perché sei attratta? È il gioco delle parti: c’è chi attrae e c’è chi è attratto. In una rete si finisce. Cacciatore e preda, uomo e donna. È il gioco del piacere, dell’essere fisico, il gioco dei baciati, del tocca a te, del guarda te, dell’amore. Ingrandirsi per potersi vedere, tra la folla. E tu? Io no, sto bene nell’incertezza, mi sento un pezzo di un gruppo confinante. Sei sicura? Anch’io ho bisogno di essere in sintonia con l’altro. Il gioco della rete è l’unico gioco di relazione. Lo scopo è di far finire dentro il buco. Non sopporto le persone che vogliono piacere, ma allo stesso tempo ne vengo attratta. Come puoi essere attratta dal vanesio che colleziona prede? Non cado in trappola, ma fingo di essere colpita, tramortita. Voglio far crollare il monumento. Anche a te piace giocare! Fingi di venire sedotta per poi, sul più bello, vendicarti? No, mi innamoro ma non costruisco, voglio distruggere la relazione tra individui, cerco l’altro per trasformarlo in qualcosa che mi assomigli, per poter dire così sono io. Dimmi chi sono, come sono, parlami di me. Ti identifichi nell’amato? No, ho bisogno di un dialogo, in equilibrio. Lo scopo del gioco sarebbe quello di non separare. Non puoi esserci solo tu, tu non ci sei, come non ci sono io. Non è nel monumento che puoi trovare stabilità, il tuo corpo non è nel frammento, il tuo corpo è un frammento. Sì, il perdente scappa; cerca pure altrove, chi ti dica che sei il solo, l’unico.